WTT post-mortem (parte 1)

di Antony Vitillo, venerdì 4 dicembre 2015 alle 11:00

Siamo appena stati alla nostra prima fiera come espositori e pensiamo che sarebbe una buona idea quella di parlarvi riguardo alle nostre impressioni, idee, problemi e così via. Quindi sono qui a scrivervi in questo post tutto ciò che mi passa per la testa, sperando che possa aiutare qualcuno di voi che sta leggendo.

(Dividerò il post in più parti e darò a questo articolo una struttura ad intervista, perché penso che questo lo renda più leggibile di un mega-testo-lungo-20-pagine riguardo le fiere che aiuterebbe solo i miei lettori ad addormentarsi facilmente :-) ) Iniziamo!


Aspetta un attimo… ma voi chi cavolo siete? Sono appena finito su questo articolo per caso!

Ok, 我来介绍一下儿 (fatemi fare le presentazioni): io sono Antony Vitillo e con il mio amico Gianni Rosa Gallina sto cercando di fondare una startup chiamata ImmotionAR, il cui scopo è quello di rendere la realtà virtuale più immersiva che mai, con l’utente che può comportarsi nel mondo virtuale esattamente nello stesso modo in cui si comporta nel mondo reale. Figo, vero?

undefined

Posso avere più info sui vostri prodotti?

Ma certo: puoi dare un’occhiata a questa pagina che contiene tantissime informazioni su ImmotionRoom, la nostra soluzione immersiva.

Ok, adesso so chi siete e che siete fighissimi. Parliamo della fiera… perché avete deciso di partecipare ad una fiera?

Bella domanda. La risposta può essere riassunta da questo elenco puntato (noi ingegneri adoriamo gli elenchi puntati :-) ):

  • Per far sapere alla gente che esistiamo. Abbiamo lavorato al nostro prototipo di ImmotionRoom per mesi, ma a parte noi, i nostri amici e alcune aziende partner, nessuno sapeva che stavamo sviluppando questa cosa fantastica. E ciò è molto male: la cosiddetta obscurity (l’essere non visto, non conosciuto) è il primo nemico di ogni startup e noi dovevamo fare qualcosa per combatterla. Volevamo dire al mondo “Noi siamo dei ragazzi in gamba e abbiamo questo prototipo per la realtà virtuale. Vi piace?”.
  • Per incontrare potenziali clienti e partner. In una fiera tecnologica, puoi incontrare persone che lavorano nel tuo stesso mercato, così puoi trovare clienti e partner di interesse.
  • Per trovare investitori. Se sei una startup, sicuramente hai bisogno di soldi. E se hai bisogno di soldi, hai bisogno di investitori. Ma gli investitori sono difficili da trovare e contattare, quindi una fiera del settore può essere il posto ideale per trovare alcuni di loro e mostrargli la tua soluzione dal vivo.
  • Per far provare alle persone la nostra soluzione. La nostra soluzione era stata provata in laboratorio solo da una decina di persone. Dovevamo assicurarci che fosse usabile e che alla gente piacesse usarla. Ricorda che noi sviluppatori siamo bravi a fare cose tecnicamente valide ma gli utenti vogliono qualcosa che sia USABILE e di cui, soprattutto, HANNO BISOGNO.
  • Per fare una nuova esperienza. Siamo startupper, quindi dobbiamo imparare come interfacciarci con le persone, con gli altri investitori, con i clienti, come organizzare eventi e così via. Una fiera è una grande occasione per imparare tutte queste cose.

Quale fiera avete scelto? E perché l'avete scelta?

Abbiamo scelto il Wearable Tech Torino (WTT): organizzato da Jetop per essere la prima fiera sui wearable in Italia. Era proprio qui a Torino.

undefined

L’abbiamo scelta perché per la nostra prima fiera volevamo qualcosa che per noi fosse gestibile: il WTT era qui nella nostra città (questo significa nessuna spesa di viaggio, nessun rischio di scordarsi qualcosa negli uffici in modo irreparabile e così via), i suoi costi erano sostenibili ed era organizzato da degli studenti del Politecnico di Torino, che è l’università dove Gianni ed io abbiamo studiato. Era un’opportunità che non potevamo perdere per la nostra “prima volta in pubblico”.

Come vi siete preparati per la fiera? E' stato un compito difficile?

Abbiamo scritto una lunga serie di post sulla nostra preparazione al WTT. Se sei interessato in una lettura approfondita, puoi incominciare qui e continuare a leggere tutti i post fino all’ultimo della serie. In questo modo potrai avere il quadro completo su come ci siamo preparati per l’evento.

Se vuoi un breve riassunto, posso dire che la preparazione è stata molto più difficile di quanto ci aspettassimo. Questi sono stati i problemi principali (elenco puntato in arrivo…):

  • Preparare la demo. Può sembrare ovvio, ma se devi portare una demo alla fiera, la demo DEVE essere pronta il giorno prima della fiera. Non puoi posticipare la scadenza, così devi correre e completare tutto entro il giorno della demo. Noi avevamo moltissimo lavoro da fare e questo ha significato nottate passate a lavorare, tempo dedicato alla vita sociale ridotto quasi a zero, un sacco di stress, ecc. ecc.
    Se non hai il tempo di completare la demo… preparati ad avere un piano B e un piano C (anche meglio se riesci ad arrivare fino a Z). Solitamente il piano B è sempre “Taglia le funzionalità”: se hai pianificato di portare qualcosa con 10 funzionalità ma non hai avuto il tempo di implementarle tutte, portane solo 8. È SEMPRE MEGLIO PORTARE QUALCOSA DI IMPERFETTO PIUTTOSTO CHE NON PORTARE NULLA. Per esempio, noi avevamo pianificato di far provare alle persone il nostro gioco fitness in realtà virtuale in cui un mostro inseguiva il giocatore: ma gli ultimi giorno non siamo riusciti ad integrare completamente il nostro sistema ImmotionRoom nel gioco… e quindi abbiamo lasciato perdere e abbiamo portato la demo Tuscany di Oculus. È stato un vero peccato, ma meglio un Tuscany funzionante che una demo nostra non funzionante.

    undefinedIl piano C può essere qualcosa del tipo: “ok, non abbiamo la demo… quindi, facciamo qualche bel filmato simulato della demo e portiamo alla fiera questi filmati, l’hardware del nostro sistema e i nostri sorrisi… e proviamo a catturare lo stesso l’interesse delle persone!”. Non arrenderti mai… se hai pagato per essere lì all’evento, DEVI essere lì e portare con te il meglio che puoi offrire. Se la vita ti dà limoni…

    undefined

  • Organizzare ogni altra cosa per l’evento. Questo significa preparare tutti i materiali per il marketing (come brochure, vele, loghi ed eventuali gadget da distribuire al tuo stand – noi abbiamo dato una penna brandizzata ad ogni persona che provasse la nostra demo); preparare i questionari da far compilare agli utenti per i feedback; organizzare quali persone dovevano essere presenti all’evento e a quali orari; preparare l’hardware per la demo (per esempio, noi abbiamo dovuto comprare delle speciali coperture per i nostri visori per la realtà virtuale per poter pulire gli Oculus Rift tra le prove di diverse persone); abbiamo dovuto comprare degli auricolari con cavo lungo giusto per l’evento… ecc.); organizzare la logistica dell’evento con gli organizzatori (e questo significa chiamate Skype, email, ecc.); invitare persone all’evento; ecc. (questo era un elenco puntato subdolamente camuffato come una lista di elementi separati da un punto e virgola… l’avevi notato?)
    Posso garantirti che queste cose ti faranno spendere un sacco di tempo. Non sono in grado di quantificarlo con precisione… ma sicuramente è stato almeno il 10-20% del tempo totale a nostra disposizione negli ultimi due mesi. Anche la più piccola cosa ti farà perdere molte ore: per esempio, per progettare questa semplice vela, disegnarla in Photoshop e comprarla online, abbiamo impiegato almeno 6 ore!

    Qui la lezione è: mantieni le cose semplici e ricorda che non tutto il tempo a tua disposizione è “tempo per lo sviluppo”.

    undefined

OK, quindi è stato un compito faticosissimo. Come siete riusciti a preservare la vostra sanità mentale in tutto questo?

Non ce l’abbiamo fatta :-). Non c’è nessuna ricetta segreta qui: cerca di sorridere più che puoi e di prenderti qualche pausa ogni tanto, vedi i tuoi amici, fai cose folli (io ho partecipato ad un evento organizzato tramite Facebook dove dovevamo tutti andare in piazza Saluzzo a Torino ed urlare SHALALALALALALA OH ROSENBORG senza motivo :D)… ma ricordati che tu DEVI LAVORARE, anche se sei stanco, anche se pensi che se stai ancora 5 minuti davanti al tuo portatile, ti esploderanno gli occhi. Come si dice nel film “Apollo 13”: FAILURE IS NOT AN OPTION (Il fallimento non è tra le opzioni).

 Ad ogni modo, momenti di sconforto e tensione accadranno per forza… sappilo e impara a gestirli.

Dopo tutto questo stress, cosa siete riusciti a portare alla fiera?

Un prototipo funzionante. Con 3 Kinect e un paio di Oculus Rift DK2/Gear VR, potevi vedere te stesso all’interno di un mondo virtuale, con un avatar femminile (Amanda) un po’ malfunzionante che seguiva tutti i giunti del tuo corpo. Se camminavi sul posto, il giocatore camminava nel mondo virtuale.

undefined

Non era male, ma:

  • Non abbiamo potuto usare la nostra demo (FearFitness) e abbiamo dovuto usare la demo Tuscany;
  • L’avatar era solo femminile;
  • L’avatar aveva un po’ di malfunzionamenti;
  • Le mani non seguivano il movimento delle dita dell’utente;
  • Ecc.

Ho scritto questo elenco (puntato :-)) giusto per farti rendere conto di quante funzionalità abbiamo dovuto tagliare via, solo perché non avevamo il tempo di implementarle o di rifinirle!

Non è stato poi un così grande problema, perché i nostri utenti hanno semplicemente visto QUELLO CHE C’ERA… non sapevano mica QUELLO CHE NON C’ERA…


Siamo giunti alla fine della prima parte di questo Post-Mortem. Le prossime domande saranno sui giorni della fiera.

Tornate la prossima settimana, se volete saperne di più! Grazie!