Sognando la realtà post mortem (+ piccola recensione di Daydream)

di Antony Vitillo, lunedì 13 febbraio 2017 alle 11:45

Ciao a tutti! Vi ricordate quando vi ho detto che eravamo stati invitati all’evento Sognando La Realtà dal GDG Torino? Se la risposta è no, potete rinfrescarvi la memoria qui :-) Beh, l’evento è andato bene e questo è un piccolo post-mortem a riguardo (“piccolo” per i miei standard... ovviamente).

Durante l’evento abbiamo tenuto un workshop e una piccola esposizione di quello che facciamo. In più c’era un visore Daydream che eravamo desiderosi di provare (più in là nell’articolo, ce ne sarà una recensione!). I ragazzi del GDG Torino hanno fatto tutto il possibile per far sì che l’evento riuscisse bene e a mio parere hanno fatto un grandioso lavoro:

  • Sono riusciti a portare persone da quasi tutte le compagnie che si occupano di VR a Torino. Questo sicuramente ha richiesto un grandissimo sforzo (abbiamo fatto qualcosa di simile per il nostro evento DTC, quindi sappiamo quello di cui stiamo parlando).
  • Hanno portato un device innovativo come Daydream e in più tutti gli altri visori principali erano presenti grazie all’esposizione tecnica di noi startup VR (noi abbiamo portato un Gear VR, altri hanno portato il Vive e il Rift; c’erano anche delle Cardboard). Quindi, è stato bello per le persone che volevano provare la VR.
  • L’esposizione tecnologica finale è stata una grande esposizione di quello su cui noi startup VR di Torino stiamo lavorando: ricostruzione di modelli, giochi, sale giochi e innovative tecnologie per tutto il corpo in realtà virtuale (indovinate chi ha portato l’ultima?)
  • C’erano workshop, lezioni e dibattiti sulla realtà virtuale. Quindi era veramente educativo per le persone che vogliono entrare in questo mondo.
  • L’evento è andato tutto esaurito, quindi c’erano un sacco di persone.
  • C’era una bella atmosfera: persone giovani che sorridevano ovunque... l’amavo.

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Ovviamente ci sono anche stati piccoli problemi, ma non li voglio evidenziare ora :-). Quindi, grazie a tutti gli organizzatori, in particolar modo a Davide e Wilfried, che hanno fatto un lavoro enorme.

Per quanto riguarda noi... come è andata? Beh, male e bene. La parte “male” è stata il workshop pratico, quella “bene” tutto il resto

Iniziamo dalle cose andate male: abbiamo fatto il nostro talk tecnico riguardo le differenze tra AR e VR e una piccola introduzione a Unity; poi, per la prima volta, dovevo fare un workshop pratico, dove le persone in 20 minuti dovevano sviluppare la loro prima mini-app in VR (semplicemente un programma dove si guardava un cubo e il cubo saltava in realtà virtuale… se siete curiosi potete scaricarlo dal repository GitHib di Gianni). Dopo UN’ORA avevo appena completato il 20% del workshop e poi ce ne siamo dovuti andare. Immagino che gli astanti volessero uccidermi… fortunatamente sui loro tavoli c’erano solo Cardboard e i pasti erano serviti con coltelli di plastica :-), quindi mi sono salvato. Ma insomma, perché ho fatto un workshop pessimo? Inesperienza. Semplicemente quello. Pensavo che fare un workshop fosse come registrare un tutorial video su YouTube, ma non è la stessa cosa perché in una lezione frontale:

  • Non tutti vengono con il proprio computer configurato correttamente: quindi le persone sono venute con diverse versioni di Unity, per esempio.
  • Le persone fanno molte domande e quindi si perde molto tempo. Questo è in particolar modo vero se è un workshop per principianti.
  • L’imprevisto è sempre dietro l’angolo (che è un modo carino per dire che “la sfiga ci vede benissimo”): quindi per esempio le persone scaricavano l’integrazione Unity di Google VR e il package aveva degli errori interni (grazie Google, veramente).

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Avevo preparato il mio workshop in modo che fosse modulare e potessi tagliarne via dei pezzi… e questa era un’idea grandiosa, ma mi ha solo salvato parzialmente. Lezione imparata: dovete prendere il tempo che pensavate di aver bisogno per fare il workshop per principianti e dovete moltiplicarlo per 3. Poi, come Gianni mi ha suggerito, è meglio distribuire ai partecipanti le slide con tutti i passaggi del workshop… così se qualcuno rimane indietro può ancora continuare per i fatti suoi con i suoi tempi. Inoltre, rendete disponibili online i materiali del workshop e la versione finale del programma, così le persone possono rifarlo e continuare ad imparare a casa loro (l’ho fatto e questo è stato apprezzato).

Se qualcuno del GDG o degli alunni del workshop sta leggendo questo post… mi spiace un sacco!

Adesso parliamo delle cose che sono andate bene:

  • La parte teorica del nostro talk è andata molto bene e ha creato curiosità nelle persone: ci hanno fatto molte domande.
  • Abbiamo goduto della bella atmosfera dell’evento e abbiamo riso molto con i ragazzi del GDG. Abbiamo molti nuovi amici adesso!

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  • Lo showcase tecnologico è andato alla grande: nonostante fossimo solo in due e con un setup semplificato di ImmotionRoom, abbiamo fatto provare a molte persone la nostra soluzione per la realtà virtuale con tutto il corpo. È piaciuta a tutti e abbiamo avuto molti complimenti… e domande. A parte questo, abbiamo anche scambiato biglietti da visita con potenziali partner futuri. Alla mostra partecipavano molte delle compagnie che si occupano di VR a Torino, quindi abbiamo avuto l’opportunità di parlare con tutte loro. Inoltre, nel pubblico dell’evento c’erano “in borghese” persone di altre aziende che, dopo aver provato il nostro sistema, si sono dette interessate a quello che facciamo! Come dico sempre in questi post-mortem: andate al maggior numero possibile di eventi e parlate con il maggior numero possibile di persone. Farete molti incontri inattesi che si possono trasformare in partnership business.
  • Abbiamo provato un visore Daydream! Wow! Era la prima volta per noi

Lo so, lo so… siete curiosi riguardo all’ultimo punto… quindi, eccovi una piccola recensione su Daydream.

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Google Daydream è un visore mobile per realtà virtuale, il che significa che funziona semplicemente inserendo il vostro smartphone al suo interno. Grazie a un po’ di magia dell’NFC, semplicemente aprite lo scomparto frontale del visore, ci inserite il cellulare dentro e poi chiudete il visore… e voilà! Realtà virtuale per tutti voi! Attualmente l’unico telefono supportato è il Google Pixel, ma stanno per arrivare molti altri telefoni compatibili di molte altre marche (e specialmente altri prezzi: l’Axon 7 di ZTE sarà compatibile con Daydream e costerà metà di un Pixel!).

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Se state pensando “È come una Cardboard o un Gear VR”… sì, in un certo senso lo è. È più simile a un Gear VR (anzi, per essere precisi, ne è quasi identico), dato che è un visore mobile di alta-gamma. La qualità grafica è ottima, come quella di un Gear VR con dentro un Samsung S7. L’ho provato e la grafica dei giochi era luminosa, ben definita e fluida. L’ho trovata splendida. Inoltre il visore è comodissimo, dato che tutte le sue parti esterne sono fatte di spugna e stoffa. Voglio sottolineare particolarmente questo punto: Daydream ha dato un nuovo significato al comfort in realtà virtuale.

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La parte esterna in tessuto è qualcosa di assolutamente originale e Google pensa che questo renda il visore più naturale da indossare, siccome così sembra meno un prodotto tecnologico e più un capo d’abbigliamento. Una grande G sul lato rende chiaro che questo è un prodotto Google.

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Si può interagire in modo semplice con le demo in VR grazie ad un praticissimo telecomando. È un telecomando con 3 gradi di libertà (il che significa che può rilevare solo le rotazioni, quindi può essere usato per puntare agli oggetti nella scena) che permette di effettuare semplici interazioni (in particolar modo il click e lo swipe) sugli elementi di gioco. È molto interessante, siccome permette di interagire in modo molto efficiente con le mani con pochissimo sforzo: mi è piaciuto molto (addirittura di più dell'Oculus Remote).

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E quando avete finite di usare il visore, potete riporre il telecomando dentro il visore utilizzando l’elastico che c’è sul coperchio. In tantissimi mi hanno detto che non hanno capito che quello è il posto dove riporre il telecomando… quindi state attenti… il posto è quello!

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In conclusione posso dire che Daydream mi è piaciuto molto… è un ottimo hardware supportato da un grandioso telefono come Google Pixel.

E con questo è tutto con questo post-mortem. Nei prossimi giorni vedremo se tutti i biglietti da visita che abbiamo scambiato saranno serviti a qualcosa. È sempre bello fare networking sulla realtà virtuale. Ci si vede in giro a qualche evento sulla VR… nel frattempo, sogniamo tutti la realtà virtuale!!

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